Il "Gabon" di Arcagna

Dopo le abbuffate di questo periodo di feste, non c'è niente di meglio che del sano movimento per smaltire almeno un poco la calorie in eccesso.
Così ho deciso di iniziare l'anno nuovo con una sana passeggiata che, oltretutto, è riuscita a racchiudere tre diversi interessi in una volta sola: piante, arte e natura!
Meglio di così…
A pochi chilometri da Lodi, in direzione Paullo, si incontra il comune di Montanaso Lombardo e poco oltre la frazione di Arcagna.
Da diversi anni avevo sentito parlare del "Gabon", un Olmo ultracentenario colpito da mille vicissitudini ma comunque ancora vivo, al quale è legato un affresco miracoloso, e finalmente mi sono deciso ad andarci.



Ma facciamo un passo alla volta: tutto incomincia nel lontano 1649 e precisamente il 26 Aprile.
Un contadino, intento ad arare un campo, urta improvvisamente col vomere qualcosa di molto duro. I buoi interrompono la loro avanzata ed il contadino va a cercare di capire cosa può aver colpito.
Inizialmente sembra trattarsi di un frammento di un muro, ma estraendolo si scopre che si tratta di un affresco quattrocentesco che raffigura la Beata Vergine.
Da qui cominciano una serie di eventi miracolosi:
Il cielo nuvolo da oltre due settimane, si rasserena improvvisamente, al parroco di Arcagna, praticamente muto da un paio di anni, torna improvvisamente la voce, una persona del posto, colpita da grave forma di artrite, guarisce improvvisamente.
Sin da subito il frammento viene venerato e spostato in una cappella della chiesa di Arcagna, diventata poi Santuario, dove si trova tuttora, e gli viene dato l'appellativo di "Madonna del Gabon".





Il nome "Gabon" deriva dal grande Olmo presente nel luogo del ritrovamento, che a distanza di vari secoli si trova ancora lì, ma non senza aver passato dei momenti terribili per una pianta!
Infatti pare che dopo molti anni da quegli eventi, si decise di sradicarlo. La popolazione ovviamente era contraria e nessuno si prestò a compiere quel gesto, ma comunque venne rimosso.
Depositato in un'aia con le radici scoperte superò l'inverno e i suoi rami si ricoprirono di gemme.
Questo evento venne interpretato come un intervento della Madonna e si decise di riportarlo nel luogo d'origine dove tornò ad essere venerato.
Gli anni per l'Olmo centenario passarono scanditi da visite dei credenti, fiori depositati alle sue radici e lumini accesi,



fino all'11 Giugno 2012, quando una tromba d'aria lo colpì violentemente fino a spezzarlo praticamente in due!
In questa foto tratta dal web, potete vedere com'era rigoglioso prima del brutto incidente.


Sembrava ormai spacciato, ma il nostro Olmo, non aveva alcuna intenzione di lasciarci, infatti in questi due anni e mezzo ha ripreso a crescere e col tempo tornerà ad essere bello e rigoglioso come prima.
La parte superiore spezzata, invece, venne spostata davanti al santuario.





Terminata la visita al santuario e salutato l'antico Olmo, mi sono incamminato su un sentiero poco distante che segue il corso del Canale Muzza, con angoli ancora innevati dalla nevicata di sabato scorso.




Ho osservato anche scorci invernali di piccoli corsi d'acqua.




La temperatura era decisamente rigida, come testimoniano queste formazioni di ghiaccio.


Ma qualche segno di vita e di colore lo hanno dato queste rosse bacche, e qualche simpatico incontro animale.




Con il "Gabon" inizio così un nuovo filone del blog, che mi porterà (e voi di conseguenza) a conoscere altre piante monumentali presenti nel territorio lodigiano.
Al prossimo "vecchietto"!

9 commenti:

  1. Ciao Jampy! Bellissimo post! L'olmo è impressionante! Bello il racconto dell'affresco, credo che ogni regione racconti delle storie così. Qui nelle vicinanze però, più che miracoli, le leggende narrano molto spesso di apparizioni del demonio e moria di persone con conseguenti abbandoni dei villaggi, villaggi dei quali ci sono ancora le testimonianze. Non eravamo un popolo molto ottimista noi :D

    Ti auguro un buon anno senza apparizioni demoniache :D

    Un saluto e una buona continuazione!!

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    1. Ciao Pontos! Si, l'olmo nonostante abbia subito mille vicissitudini, riesce comunque a lasciare a bocca aperta. Non si può far altro che inchinarsi a tanta voglia di vivere!
      E portargli rispetto: d'altronde ha una veneranda età, che si aggira intorno ai 400 anni!
      Le leggende delle tue parti, in effetti, sono abbastanza macabre... ma comunque affascinanti!
      A presto!

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  2. Che bella la storia dell'olmo: un invito a non arredersi di cui abbiamo bisogno. Grazie!

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    1. Sembra quasi impossibile di poter trarre un insegnamento da una pianta... invece, vedendola sotto certi aspetti, c'è molto da imparare!
      Ciao Grazia

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  3. Bellissima la tua storia!Che forza quell'olmo!Potenza della vita da cui dobbiamo imparare!
    Auguri!

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    1. Hai detto bene Lorenza! Oltre che ai secoli; non ha ceduto di fronte ad uno sradicamento e nemmeno ad una violenta tromba d'aria che lo ha spezzato in due. A presto.

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  4. Bel racconto e bella passeggiata, veramente un bell'inizio dell'anno! Ora aspettiamo la prossima pianta monumentale!

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    1. Grazie Oriana! Speriamo sia la prima di tante altre! Per il prossimo albero monumentale, ho da poco scoperto di averne uno vicinissimo a casa. Mi sa che sarà lui il prescelto...
      Ciao

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  5. Grazie per questo post…
    Amo il Gabon. I miei zii erano originari di Arcagna e dintorni, e mi portarono da ragazzino a vederlo. Nell'Aprile 2009, andai con mia Moglie (Salentina) che nel frattempo era al sesto mese di Gravidanza, e le feci vedere l'olmo. Scattammo pure delle foto che periodicamente mi guardo sempre. Bellissime..E' da allora che non vado più ad Arcagna e credo sia tempo..di ritornarci..al più presto possibile. Stefano

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