sabato 30 novembre 2013

La bella Lodi - terza parte

Ed eccoci giunti alla terza parte di questo "virtual tour" di Lodi.
Partiamo dal complesso di San Cristoforo (chiesa e monastero), che tra tutti gli edifici di Lodi, insieme al castello, è quello che ha avuto una "vita più travagliata e difficile".
Venne costruito nella seconda metà del XVI secolo dai monaci Olivetani, ma già nel 1798, durante la dominazione Francese, l'ordine venne soppresso e la chiesa fu sconsacrata ed adibita a magazzino.



In ordine: facciata della chiesa e vedute del chiostro

Nei secoli successivi divennero rispettivamente: una caserma militare ed una scuderia.
Il declino continuò fino al 1998, anno in cui la Provincia di Lodi, acquistò gli immobili che, dopo un importante restauro, nel 2004 divennero: per quanto riguarda il monastero (insieme all'adiacente San Domenico) la sede della Provincia di Lodi, mentre la chiesa uno spazio espositivo che continua ad ospitare pergevoli ed interessanti mostre.
Curiosità: una leggenda vuole che nel medioevo esistesse un enorme lago chiamato Gerundo. Al suo interno, viveva un drago: Tarantasio, divoratore di bambini che con il suo alito ammorbava l'aria causando epidemie e pestilenze nella città di Lodi. 

Il drago Tarantasio

Il vescovo di allora, Bernardo de Talente, indisse una novena per invocare la liberazione dal mostro, chiedendo l'intercessione di San Cristoforo. Il 1° Gennaio 1300 il mostro sparì insieme al lago e nel suo letto prosciugato venne rinvenuta una colossale costola. Come ringraziamento all'aiuto del Santo, venne eretta la chiesa a lui dedicata, dove fino al 1700 venne conservato l'enorme osso, andato poi perduto.
Un altro luogo da visitare è la piccola chiesetta di San Lorenzo e la piazza che la ospita (qui la potete visitare virtualmente), che grazie alle dimensioni contenute, ed al fatto che rimane nascosta da un intrico di viuzze, crea un'atmosfera raccolta e gradevole.


La chiesa di San Lorenzo

La costruzione di questo edificio venne iniziata nel 1159, un anno dopo rispetto al Duomo, ma viste le minori dimensioni, venne completata prima di quest'ultimo e quindi si può dire che questa è la più antica chiesa della città.
La facciata tipicamente romanica, custodisce in un edicola sopra il rosone, la statua del Santo.


In ordine: abside e coro ligneo

All'interno trovano spazio numerose opere d'arte di diversi pittori: i Piazza (ricordate il bellissimo Santuario dell'Incoronata?) e dei pregevoli stucchi di Antonio Abondio oltre ad un coro ligneo del XVI secolo di Anselmo de' Conti.
Visitata San Lorenzo andando verso la stazione, si incontrano i giardini "Federico Barbarossa" conosciuti anche come "I giardini del Passeggio".



Scorci dei giardini e una vista del progetto realizzato

Restaurati da qualche anno dopo un periodo di abbandono, occupano un area che fino agli anni '30 era il letto da una roggia che venne successivamente canalizzata e coperta.
Una piacevole camminata ci porta, tra giochi d'acqua e spazi verdi, a Porta Cremonese.

Porta Cremonese

Si tratta di un antica porta della città: l'unica rimasta di tre (se si esclude Porta Regale, ricostruita negli anni '50), impiegata come barriera daziaria. Costruita per volere di Federico II in epoca medievale, venne successivamente restaurata tra il 1790 e il 1792, assumendo l'attuale aspetto.
Anche per oggi direi che può bastare... alla prossima passeggiata!

Per chi si è perso le prime due passeggiate ecco i link:
prima parte
seconda parte

foto tratte dal web

martedì 19 novembre 2013

Casa Museo Mara mao


Nei giorni scorsi ho letto un paio di post su Lanzarote sul blog Dove gira il sole di Cri.
Vedere le immagini del suo recente viaggio, mi ha fatto venire voglia di riguardare le mie.
Scorrendole ho rivisto i fantastici paesaggi, i bellissimi colori della terra di questa fantastica isola, le opere di Cesar Manrique (tra le quali il Jardin de cactus del quale ho già parlato qui)... 
Ad un certo punto ecco che mi si presenta uno dei giardini più particolari e sconfusionati che abbia mai visto.
Ho subito pensato: come ho fatto a non condividerlo sul mio blog?
Rimedio subito!
Si trova nell'entroterra di Lanzarote, precisamente nella cittadina di Teguise, famosa per il suo mercato domenicale che richiama turisti e isolani.



La vera attrazione, come appunto dicevo, è il mercato, ma il giardino in questione si trova nei pressi di un paio di parcheggi dove si lascia la macchina per entrare a piedi in paese, quindi risulta praticamente impossibile non vederlo, ed una sosta è inevitabile!
Si tratta della casa di uno scultore, che nel corso della sua esistenza ha raccolto oggetti che altri hanno gettato, per poi ridar loro nuova vita nel suo giardino insieme alle sue creazioni.
Eccovelo:










Cercando in internet, ho scoperto che questo luogo bizzarro, viene chiamato Casa Museo Mara mao.
Il nome dell'artista è un mistero. Le alternative sembrano essere 2:
José García Martín oppure Manuel Perdomo Ramírez
E' un posto indescrivibile, colorato surreale e stravagante popolato da manichini, scarponi, sculture, peluche, giocattoli, elettrodomestici, e naturalmente i cactus e la nera terra di Lanzarote.
Forse dalle foto, potrebbe sembrare solo un ammasso di oggetti accatastati a terra o appesi alle piante, ma vederlo dal vivo, vi posso garantire che lascia senza parole!
Se vi dovesse capitare di andarci ricordatevi di passare davanti a questa piccola casetta, e se riuscite a sapere il nome dell'artista....
ditemelo!

domenica 10 novembre 2013

L'irraggiungibile Sentiero dei fiori

Ricordate il post sulla Cattedrale vegetale? In quell'occasione avevo posticipato il resoconto dell'escursione al "Sentiero dei Fiori" sulle Prealpi Bergamasche.
O almeno del tentativo di percorrerlo... poi capirete perchè.


Ma parliamo del sentiero: inizio col dire che si tratta di uno tra i più interessanti itinerari naturalistici della zona che oltre alla grandiosità del paesaggio, offre spettacolari fioriture di rara e straordinaria bellezza!
Oltre alle specie Alpine più diffuse, in questa particolare zona c'è una notevole presenza di flora endemica (cioè esclusiva di questi luoghi).
Tra queste:
Galium montis-arerae, Linaria tonzigii, Arabis pumila, Viola dubyana, Campanula cochleariifolia, Aquilegia einseleana, Gymnadenia odoratissima, Gentiana utriculosa, Valeriana montana, Saxifraga hostii e Saxifraga caesia, Pedicularis giroflexa, Primula auricula, stella alpina ecc...
insomma un'infinità di fiori che per ovvi motivi non vi sto ad elencare, ma se volete approfondire qui troverete una galleria fotografica con alcune delle specie da me elencate.
Ma torniamo al tentativo di questa escursione... dopo la piacevole scoperta della Cattedrale vegetale, percorriamo la salita in auto fino a dove è possibile. Il rifugio Capanna 2000, punto di partenza del sentiero, non dovrebbe essere molto distante... un paio di chilometri rigorosamente in salita! E che salita...


A questo punto devo fare alcune precisazioni:
1 - come spesso mi accade mi trovo nel posto che desidero visitare ad orari assurdi! In questo caso all'una di pomeriggio di un caldo weekend di luglio...
2 - a 2000 metri il sole picchia e di alberi non ce ne sono.
3 - allenamento 0
4 - la cosa più importante: uno dei miei compagni di camminata è il mio piccolo cane Flick (colgo l'occasione per presentarvelo)




che nonostante sia in salute ed abituato a fare camminate, ad un certo punto ha ceduto.


Lungo la strada altre persone con i rispettivi amici a 4 zampe, ormai esausti, gettavano la spugna...
Insomma cane stravolto, io pure, al rifugio non siamo mai arrivati!
Ma nonostante ciò, qualche fiore l'ho potuto ammirare, ed anche il paesaggio!















Ma volete sapere il colmo? Dopo una pausa e giunto alla decisione di abbandonare l'impresa, scopro una strada alternativa che dolcemente scende fino al parcheggio! quindi anche in salita sarebbe stata più agevole!
Vabbè stavolta è andata così, ma alla fine non è poi andata così male...

sabato 2 novembre 2013

10 nuove foreste di pianura

Mi capita spesso di leggere sul web notizie positive, solitamente provenienti dall'estero, in cui si parla dell'attenzione e della sensibilità nei confronti del verde con la creazione di parchi, orti urbani, ecc. insomma: spazi dove la natura è accessibile a tutti, con lo scopo di avvicinare la gente ad essa in modo di rispettarla, oltre che di goderne. Fortunatamente, malgrado in Italia in questo settore non siamo un modello, anche dal nostro Paese arrivano notizie positive.
Forse non tutti sanno che negli ultimi anni in Lombardia sta prendendo forma un progetto atto a trasformare grandi aree in prossimità di 10 città in altrettante grandi foreste.


Tutto nasce nel 1999 nella Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia a fronte della quasi totale scomparsa di aree boschive di pianura e del conseguente impoverimento della biodiversità (pensate che in pianura erano ormai ridotte al 4% del territorio!) e dell'applicazione di tre convenzioni internazionali riguardanti i cambiamenti climatici e la biodiversità, con lo scopo di contrastare la presenza di polveri sottili nell'aria ed assorbire CO2, migliorando così il microclima, il tutto con un occhio di riguardo verso l'agricoltura.
Oltre all'aspetto naturalistico, viene presa in considerazione la fruibilità di queste aree attraverso sentieri, piste ciclabili, aree di sosta, orti pubblici, percorsi didattici ecc.
Nel 2001 l'iniziativa viene avviata.
I principali criteri sono:
- una superficie di almeno 35-40 ettari
- il 70% della superficie deve essere destinata a impianto boschivo
- devono essere impiegate delle specie autoctone del bosco
Attualmente sono state realizzate ben 8 delle 10 programmate e sono:
- il Bosco del Lusignolo, 41,52 ettari (di cui 29,98 di nuovo bosco) a San Gervasio Bresciano
- Bosco aree golenali nel Casalasco, del Po e del Morbasco, 92,59
ettari (di cui 89,64 di nuovo bosco) a Cremona e Gerre de' Caprioli
- Grande foresta del fondovalle Valtellinese, 40,50 ettari (di cui 29,38 di nuovo bosco) a Sondrio, Caiolo e Cedrasco
- Bosco Valle Grassa – Coldana – Sant'Antonio, 38,00
ettari (di cui 27,00 di nuovo bosco) a Lodi
- Bosco della Besozza, 41,52 ettari (di cui 29,98 di nuovo bosco) a Pioltello
- Parco Agricolo Urbano della Vettabbia, 37,46 ettari (di cui 26,25 di nuovo bosco) a Milano
- Foresta della Carpaneta, 70,00 ettari (di cui 43,00 di nuovo bosco) a Bigarello
- Grande foresta fra i due fiumi, 53,00 ettari (di cui 40,00 di nuovo bosco) a Travacò Siccomario
In totale si tratta di circa 400 ettari dei quali 325 a bosco!
Quella più vicina a me è quella di Lodi.







Situata in prossimità del centro abitato a ridosso del fiume Adda, a partire dal 2003, anno dopo anno è andata prendendo forma.


Le piante messe a dimora sono tutte autoctone, tra le diverse specie: pioppi, gelsi, olmi, salici, noccioli, ciliegi, ontani, biancospini, frassini, viburni e tante altre.
La fauna che lentamente sta ripopolando la foresta è varia: tassi, volpi, lepri, testuggini, vari tipi di uccelli, anfibi ecc.




Anche se le piante messe a dimora sono ormai migliaia, il progetto continua, per andare a formare un bosco che abbracci la città con lo scopo di proteggerla e di migliorarne la qualità della vita!

Foto tratte dal web