domenica 29 giugno 2014

La "morta"? Vivissima!

Durante la bella stagione, mi piace fare lunghi (ma anche brevi ;-) ) giri in mountain bike, un pò per fare del movimento, ed in parte per staccare e rigenerarmi in mezzo alla campagna.
Ieri, approfittando di un momento in cui il tempo stava reggendo, ho deciso di recarmi alla "morta" di Cavenago d'Adda, sempre all'interno del Parco Adda Sud.


Il nome "morta" suona un pò male... ed in realtà di morto non c'è nulla:
anzi pullula di vita!
Molto simile alla lanca di Soltarico, dalla quale non è molto distante, (che vi avevo mostrato QUI), si tratta di un ambiente umido originato da un salto di meandro del fiume Adda.
Una volta isolata dal corso del fiume, le sue acque stagnanti, vengono dapprima occupate dai canneti lungo le sue rive, che col passare degli anni avanzano verso il centro, insabbiando lentamente la "morta".

 

Questo lasso di tempo può essere molto vario: da una ventina d'anni al secolo!
Nel corso di questo lento, ma inesorabile, insabbiamento, questo ambiente offre riparo e cibo a svariate forme di vita.
Ma torniamo al mio giro in bici.
Fare incontri animali non è difficile: molti volatili sono stanziali in questo specchio d'acqua, mentre altri lo occupano dalla primavera all'autunno.
Il mio primo incontro è stato con un cigno.


anzi due,



più il loro cucciolo,


o meglio i loro quattro cuccioli intenti a "fare merenda",


Insomma una numerosa famiglia!!! ;-)
A seguire mi sono imbattuto in una Folaga a riposo su di un tronco,


ed in altre, intente a sguazzare alla ricerca di cibo.


Anche fuori dall'acqua, si possono fare incontri:
eccovi un grazioso leprotto!



Pure le specie vegetali non mancano.
Oltre agli innumerevoli canneti, le parti centrali della "morta", sono occupate da enormi distese di ninfee (precisamente Nannufari dal fiore giallo).



Peccato che non fossero in fiore...
ma almeno un bocciolo l'ho visto!


Lungo i bordi enormi cespugli di menta emanano un fresco profumo.


E colorate bacche di sambuco rallegrano l'ambiente!



Andare in bicicletta, in una calda giornata estiva, mette parecchia sete...
non sono attrezzato, non pensavo facesse così caldo!
Ma per fortuna, madre natura ha pensato a tutto, ed eccola che mi offre alcuni succosi frutti di Prunus cerasifea, meglio nota come Maribolano o Marusticano.



Si tratta di una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle rosacee, che durante il periodo estivo produce frutti rotondi di 2/3 cm di diametro di color giallo o rosso, molto simili alle prugne.
Rinfrescato da questa piacevole scoperta, mi sposto di poco e mentre fotografo le ninfee ecco che noto una presenza.




Si tratta della Sgarza Ciuffetto, intenta a cacciare pesci, anche di notevoli dimensioni!
Distante appollaiata su di un tronco, una Garzetta osserva annoiata la scena.


Anche per oggi il mio giro l'ho fatto, non mi resta che dirigermi verso casa, anche perchè nel frattempo si è annuvolato e minaccia  pioggia... Ma non prima di aver fotografato un bello scorcio della chiesa del paese di Cavenago d'Adda e del suo camapanile romanico.



domenica 22 giugno 2014

Profondo Rosso!

Lo so, il titolo fa pensare subito al famoso film di Dario Argento; ma ovviamente non ha nulla a che fare con esso!
Rosso è riferito al fatto che buona parte delle fioriture presenti in questo periodo, sono di quel colore: perlomeno qui nei miei 25 mq.
Infatti se ad inizio primavera, il blu, il viola e le varie tonalità di rosa, sono predominanti; l'inizio estate è contraddistinto dal rosso!
La prima delle 2 piante che vi voglio presentare, è una new entry:
la canna indica.



Acquistata decisamente fuori stagione (credo nel mese di ottobre/novembre), il suo aspetto non era dei più invitanti... ma già sapevo che con l'arrivo della bella stagione avrebbe rigettato nuovo fogliame.
E che foglie!!!


Di forma ovale, ed appuntite, hanno una colorazione molto decorativa, ed un margine che ne risalta i contorni: meriterebbe di essere coltivata già solo per queste ultime, che danno un tocco decisamente esotico al giardino, facendo sognare luoghi lontani.
Ma oltre a queste, la canna indica, ha in serbo per noi giardinieri altre e magnifiche sorprese.
Quest'erbacea rizomatosa perenne, nel periodo compreso tra giugno e luglio, inizia a produrre lunghi steli alti fino a circa un metro e mezzo, portando al loro termine, "pannocchie" di fiori che sbocciano uno dopo l'altro.
I colori variano dal giallo al rosso, al salmone.





Originaria del sud America, ama decisamente le esposizioni soleggiate e (pur tollerando brevi gelate), qui da noi, in inverno è bene ripararla.
Per quanto riguarda le annaffiature, non ha grosse esigenze: basta guardare quando il terreno è asciutto.
I rizomi, se si ha la fortuna di vivere in zone dove gli inverni sono miti, possono essere coltivati in piena terra, con l'accortezza di porli a dimora in terreni fertili e ben drenati.
La seconda "rossa" è un pò più comune, ma non per questo meno bella!
Il melograno (Punica granatum) è sicuramente una delle mie piante preferite: oltre ad offrire in questo periodo la bellezza dei suoi piccoli fiori che in quantità ricoprono la pianta, in autunno regala splendidi frutti che sono ricchi di vitamina C, B, potassio e preziosi antiossidanti.




Sebbene originaria dell'Asia, e precisamente della regione caucasica, deve il suo nome (Punica) al fatto che i romani lo importarono dalla Tunisia, mentre la parola melograno deriva da malum (mela) e granatum (con i semi).
Può raggiungere i 5/7 metri di altezza, e può essere coltivato sia a forma arbustiva che ad alberello.
Io personalmente (anche per questioni di spazio) ho preferito la forma ad albero, che permette, almeno alla base, di contenerlo più facilmente.
La pianta produce piccole ed allungate foglie che cambiano colore a seconda della stagione: inizialmente rosse, diventano di un bel verde nel periodo estivo, e per finire, prima di cadere in autunno, assumono una colorazione giallastra.




I fiori compaiono nel periodo estivo ed hanno dimensioni di circa 3 cm di diametro. Generalmente sono rossi, anche se alcune varietà possono averli di un bianco/rosato.
I frutti, con la loro buccia dura e coriacea, contengono i preziosi semi la cui polpa può essere (sempre a seconda delle varietà) più o meno acida.
Visto e considerato che è conosciuto sin dall'antichità e che ha "accompagnato" le varie civiltà che si sono sviluppate nei millenni nella regione del Medio Oriente prima e del Mediterraneo poi, non è difficile intuire il motivo per cui questo frutto così particolare, sia entrato a far parte della simbologia di diverse culture.
Ebrei, Greci, Arabi, Cristiani e Babilonesi, hanno, attribuito significati molto simili alla pianta del Melograno: fortuna, ricchezza, abbondanza,fertilità, produttività ecc.
Due magnifiche piante così diverse tra loro ma con una cosa che le accomuna: il rosso!!!

domenica 15 giugno 2014

Lillium

Se gli Iris e le Rose sono i protagonisti indiscussi dei mesi di Aprile e maggio, a farla da padrona in Giugno sono decisamente i Gigli!
Nel mio minuscolo giardinetto hanno fatto la loro comparsa da poco: l'anno scorso più o meno in questo periodo, durante un giro in bici ho "prelevato" lungo gli argini di un fosso tre bulbi che prontamente ho interrato in giardino.
Questi al momento hanno prodotto solo un sacco di foglie, ma nessun fiore...
forse andrà meglio l'anno prossimo!
Ma per fortuna in autunno, ne ho interrati altri 3 (stavolta acquistati!) che hanno da poco aperto le loro splendide corolle:




Si tratta di Lillium Forever Marjolein dai fiori colorati di rosa (mentre quelli "frutto" del giro in bici dovrebbero essere arancioni).
Originari dell'Europa, Asia e Nord America, appartengono alla grande famiglia delle Lilliacee che comprende parecchie piante ornamentali come il tulipano, il mughetto, il giacinto (ed ovviamente il giglio), oltre che molte piante utilizzate in cucina: porro, erba cipollina, aglio cipolle ed altre ancora.
Si tratta di bulbose perenni, che possono raggiungere e superare il metro di altezza. I fiori sono composti da 6 tepali con forme e colore diversi, a seconda della specie ed a volte sono profumatissimi.




La loro coltivazione è semplicissima, certo: sempre con dei piccoli accorgimenti!
Innanzitutto l'esposizione.
Preferiscono di gran lunga la mezz'ombra, che garantisce una giusta esposizione al sole ed una fioritura prolungata, al contrario il troppo sole farebbe durare poco i fiori, mentre troppa ombra li renderebbe poco rigogliosi.
Per quanto riguarda il terreno, deve avere una buona percentuale di sostanza organica, oltre ad essere ben drenato.
La maggior parte dei gigli è rustica, quindi si possono tranquillamente lasciare in piena terra anche durante la stagione fredda.
Come tanti altri fiori presenti in giardino: ottima resa, minimo lavoro! ;-)

domenica 8 giugno 2014

L'Aquilegia ama farsi desiderare....

Non so per quale strana alchimia, ma con alcune piante (soprattutto quelle che a detta di molti vengono definite "facili") tutto sembra decisamente più complicato.
E più è complicato, più io mi ostino!!



Questa piantina è presente nei 25mq da ben tre anni, ma grazie a posizioni sbagliate, terreno avverso, si è limitata a sopravvivere senza mostrare mai i suoi curiosi fiori.
Ora (finalmente) dopo l'ennesimo spostamento, anche la mia Aquilegia si è decisa a mostrarsi!
Mai nessun fiore si è fatto così desiderare, ma l'attesa, durata ben tre anni, è stata ampiamente ripagata!
Lo so, per qualcuno di voi che già la conosce è solo la norma; ma per me si tratta di un ENOOOORME risultato!



Per chi come me non ne sa nulla, e per evitargli la mia lunga attesa, do qualche dritta riguardo alla sua cura.
Si tratta di una pianta erbacea perenne, con fiori colorati d'azzurro, bianco, rosa, giallo, lilla, viola e altre sfumature.
Il fiore composto da 5 sepali, racchiude al suo interno i 5 petali che compongono la corolla che nel mio caso hanno colori diversi, ma ne esitono varietà dallo stesso colore.




Appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee, è presente in America, Asia e zone alpine d'Europa.
Predilige posizioni a mezz'ombra, e a pieno sole solo se il clima è fresco.
Il terreno ottimale deve essere soffice, ricco di sostanze organiche e ben drenato.
Particolarmente resistente al freddo invernale, necessita solo di una pacciamatura se il clima è particolarmente rigido.
La moltiplicazione avviene per divisione dell'apparato radicale, oltre che per talea, ed è possibile ottenere nuove piantine anche da seme!