domenica 22 febbraio 2015

Giordania: Petra - seconda parte

Dopo aver visto il Tesoro, il luogo simbolo di Petra (QUI il post), molti turisti credono di aver visto il sito.
Sbagliato! Sarebbe un pò come visitare il Colosseo a Roma e pensare di aver visto tutto!
Infatti il percorso del Siq continua con una svolta a destra incanalandoci lungo la "via delle facciate".
Il motivo di questo nome è facilmente intuibile.




Qui numerose tombe in stile assiro, si susseguono e sormontano creando un'atmosfera magica.



Ad un certo punto la stretta via inizia ad allargarsi in un'arena naturale che ospita il Teatro del 1° secolo d.C. interamente scavato nella roccia (come del resto quasi tutti gli edifici di Petra) che ospitava circa 3.000 spettatori.



Approfittiamo per una rigenerante sosta in un bar ospitato sotto una tenda, dove ci rinfreschiamo con un succo di melograno e perdiamo piacevolmente tempo con questo bellissimo cucciolotto.



Ma la strada da fare è ancora molta… si riparte!
Poco più avanti sul lato destro, si erge una collina che ospita una serie di stupende tombe dette "reali".
La prima è quella chiamata Tomba dell'urna o Tribunale.



Costruita intorno all'anno 70, ha un imponente facciata a doppio cornicione con 4 colonne che sostengono un architrave ornato da un fregio ormai deteriorato.
Più avanti si incontrano le bellissime e maestose tombe della Seta, quella Corinzia e del Palazzo, una affiancata all'altra, che nonostante risultino deteriorate dagli elementi atmosferici e dal tempo rimangono degli edifici imponenti ed impressionanti.





Il Siq è praticamente terminato, gli spazi si fanno decisamente più ampi ed il sole più torrido.
Imbocchiamo la via Colonnata, un rettilineo un tempo costeggiato da imponenti edifici con portici, dei quali non rimane più traccia.



L'unica oasi ombrosa la dà questo vecchio pistacchio stracarico di frutti!




Alla sua sinistra i resti del Grande Tempio, altro impressionante complesso.



Nei dintorni, venditori di souvenir di dubbia provenienza (spesso vi si trovano reperti archeologici come monete ed altri oggetti trafugati dal sito) incuranti del sole ormai allo zenit sostano mettendo in vista la propria merce.



Un asinello approfitta del fatto che a quest'ora pochi turisti vagano per il sito e riposa.



Sorpassato il Grande Tempio si incontra il Qasr-al-Bint, conosciuto anche come "Palazzo della figlia del Faraone", un tempio discretamente conservato al quale è legata una leggenda beduina che vuole che il Faraone (lo stesso che avrebbe nascosto il tesoro nell'urna della facciata dell'Al-Khazneh) l'abbia magicamente costruito per nascondervi la figlia. Realizzato attorno al 1° secolo d.C. con enormi blocchi squadrati di arenaria rosa era consacrato a Dusharah (divinità nabatea associata a Zeus).



Ora arriva la parte più difficile.
Per raggiungere la meta finale, per quanto riguarda la mia visita a Petra, bisogna percorrere una strada, rigorosamente in salita tra gole e burroni.
Questo tipo di escursione sarebbe consigliato farla nel pomeriggio inoltrato, quando il sole inizia ad abbassarsi e l'ombra offre un minimo riparo, ma posso aspettare?
La risposta già la potete intuire…
Ma prima una piccola deviazione che ci conduce al triclinium dei leoni, caratterizzato dalla tipica facciata nabatea, due semicolonne sormontate da capitelli e due teste di Medusa ai lati.




Ma facciamoci forza!
La salita si rivela (viste le condizioni climatiche) più dura del previsto!
Arrancando gradino dopo gradino, si arriva finalmente all'Ad-Dayr.





Il "Monastero", dalla grandiosa facciata che ricorda molto quella del "Tesoro", misura ben 50 metri di larghezza per 45 di altezza. Venne costruito tra il 2° ed il 1° secolo a.C. come tomba del re Odobas.
Le decorazioni sono leggermente più sobrie, ma anche più rovinate dal tempo in quanto l'edificio rimane più esposto.



Il nome è dovuto al fatto che al suo interno sono state ritrovate diverse croci scolpite durante il periodo bizantino.


Anche questa tappa è stata raggiunta. Ora una meritata sosta nella grotta di fronte al Monastero, adibita a ristorante-bar, per contemplarne la bellezza: una vera e propria oasi con tanto di bouganville e simpatici gattini sempre alla ricerca di cibo.




Al prossimo (ed ultimo) post sulla bellissima Giordania.

domenica 1 febbraio 2015

25mq d'inverno

Gennaio è passato velocemente, ed oltretutto non è stato particolarmente freddo (anche se le previsioni dicono che la prossima settimana sarà bella tosta). Ciò mi ha permesso di passare qualche ora in giardino, più che altro per fare un pò di pulizie in attesa della primavera.
Mi sono prodigato in potature, stavolta più "misurate" rispetto al solito, che hanno ridimensionato alcuni arbusti e l'unico albero del giardino: il nespolo.
Ora tutto ha un aspetto più ordinato: il prato sembra avere attecchito, non fosse per le scorribande del mostrino, che ha già fatto i suoi piccoli danni.
Quindi non c'è molto altro da fare…
Ma se in inverno il giardino fa d asè, altri esserini hanno bisogno d'aiuto!
Ogni fine settimana dedico qualche minuto alla pulizia della mangiatoia degli uccellini e sostituisco i semi in modo che ne abbiano sempre a disposizione: d'altronde siamo in inverno e il cibo per loro scarseggia.
Ogni tanto dò un'occhiata dalla finestra di casa, ma non sono mai riuscito a vederli mentre stanno mangiando!
Ma oggi:


Qualcuno furtivamente è entrato e sta facendo scorte di semi!
La sagoma non mi è nuova…
Infatti, non mi sbagliavo: è il mio pettirosso!


Una presenza ormai fissa in giardino, tanto che a differenza delle prime volte, dove al minimo movimento fuggiva, ha preso confidenza con me e si lascia osservare e fotografare come niente fosse.



Oltre a lui, altri piccoli volatili fanno qualche sporadica visita.


Questo dovrebbe essere uno scricciolo a giudicare dalle dimensioni e dal piumaggio (ma non ne sono sicuro al 100%), intento a catturare piccoli insetti.
Per quanto riguarda i fiori, come dicevo in precedenza, non ho molto da mostrare, tranne quest'impazienti narcisi.


L'unico a fiorire in questo periodo dell'anno caratterizzato da basse temperature è l'Helleborus niger, noto anche, non a caso, come la Rosa di Natale.
Una novità per i miei 25mq, che finalmente hanno anche qualche fiore già nel mese di Gennaio!
E con i suoi fiori vi saluto!