Oggi torno ad occuparmi del mio piccolo giardino…
Questa primavera, qui nei 25mq, è decisamente anomala.
I presupposti per abbondanti fioriture, a mio parere, c'erano tutte: inverno mite, piogge alternate a giornate calde e soleggiate, ma fino ad ora sembra essere partita un pò in sordina.
Se guardo i post dello scorso anno fatti in questo periodo, (QUESTO post è datato 27 Aprile, giusto per darvi un'idea), tutto era un'esplosione di colori e profumi.
Certo, non posso dire che non ci siano fiori, solo che sembra tutto più indietro: spero solo si tratti di avere ancora un poco di pazienza.
Intanto qualcosa è fiorito: il primo Iris dell'anno!!!
Oltre a questo bianco, altri si stanno preparando a sbocciare, facendo di questi fiori una garanzia.
Le campanelle invece sono al termine della fioritura, ma una foto sono riuscita a farla.
Anche gli anemoni hanno fatto mostra di sè, seppur in modo minore rispetto ad altri anni, ma dalla loro base vedo spuntare parecchi boccioli, quindi forse devo solo avere pazienza…
Sempre a proposito di anemoni, ho notato una cosa alquanto bizzarra. Nella foto che segue, scattata tempo fa, ci sono due varietà di anemoni, uno rosso a petali grandi ed uno violetto a "margherita".
Fino a qui nulla di strano, se non fosse che per la prima volta è apparso questo:
una sorta di ibrido fra i due.
Boh! Non so darmi una risposta, ma la natura è creatività allo stato puro, quindi non mi meraviglio più di tanto.
Altra piantina, che mi sta stupendo è questa bocca di leone che ho inserito in giardino un paio di anni fa, che contro ogni pronostico è sopravvissuta e regala generose e solari fioriture.
Anche il limone, che solitamente si limita a superare l'inverno a stenti, stavolta è partito alla grande. Speriamo che sia la volta buona e che io riesca a vedere finalmente un frutto!
Termino con una new entry: dopo le fragole sospese, ecco il piccolo orto verticale, con diverse varietà di pomodori. vedremo col tempo se sarà un successo oppure no.
Nel frattempo vi auguro una buona settimana.
domenica 26 aprile 2015
sabato 18 aprile 2015
La Pietra Perduca e la Pietra Parcellara
Ecco svelata la meta della passeggiata/trekking di domenica scorsa.
Prima tappa: la Pietra Parcellara.
Si tratta di un monte in provincia di Piacenza, più precisamente in Val Trebbia, che, pur non essendo molto alto (863 m), domina il paesaggio e le colline circostanti. La sua particolarità sta nel fatto di trovarsi appunto in un contesto di verdi colline, dalle quali si stacca visivamente, sia per altezza ed imponenza, sia per morfologia e colore.
Per raggiungerlo si attraversa un sentiero attraverso la boscaglia in salita per una quindicina di minuti.
Visto il periodo ho avuto la fortuna di vedere alcune fioriture spontanee, come queste viole,
e questi bellissimi e numerosi anemoni trifolia (o almeno credo, si tratti di loro).
Arrivati in prossimità della roccia, la visuale si apre ed il grazioso Oratorio della Madonna del Caravaggio ci dà il benvenuto.
Qui si può fare una piacevole sosta e, per chi si fosse organizzato, è presente una comoda area picnic.
Ora inizia la parte un pò più complicata… la "strada" per salire in cima alla Parcellara, non è delle più semplici, ma almeno è ben indicata.
Il cane pensavo non sarebbe riuscito ad effettuarla, ma con gran stupore si è arrampicato senza difficoltà saltando di roccia in roccia.
Stretti passaggi e "gradini" naturali posizionati dove Madre Natura ed il caso hanno voluto, ci conducono alla sommità, dove una curiosa capra assiste al nostro arrivo.
Qui la vista è spettacolare e a 360°, e si può già intravvedere in lontananza la seconda meta: la Pietra Perduca.
La discesa sembra meno complicata e ripercorrendo la stessa strada, si arriva ad un bivio, dal quale si imbocca una stradina sterrata che dolcemente conduce alla Perduca. Questo luogo molto particolare, si stacca dal paesaggio come la Parcellara, per forma e colore, ma i suoi contorni sono molto più dolci e smussati.
Anche qui vi è una piccola chiesetta, stavolta dedicata a Sant'Anna, che pare essere stata costruita su di un antico tempio, nel quale si svolgeva il culto della dea Minerva.
Qui i celti celebravano sin dal IV° secolo a.C. matrimoni e benedizioni nelle acque curative contenute in vasche scavate nella nera roccia, e che anche ora viene ritenuta portentosa.
Di fronte alla chiesetta da una comoda fonte si può bere quest'acqua (cosa che sia io che il mostrino abbiamo fatto).
Le vasche sono ormai in disuso, ma sono state colonizzate da ben tre diverse specie di tritoni.
Anche qui ai piedi della roccia è possibile fare una sosta grazie a tavoli e panchine.
Stanchi ma appagati da tanta bellezza, ci incamminiamo verso macchina.
Ma non prima di avere fotografato il mostrino che domina su tutta la valle!
Prima tappa: la Pietra Parcellara.
Si tratta di un monte in provincia di Piacenza, più precisamente in Val Trebbia, che, pur non essendo molto alto (863 m), domina il paesaggio e le colline circostanti. La sua particolarità sta nel fatto di trovarsi appunto in un contesto di verdi colline, dalle quali si stacca visivamente, sia per altezza ed imponenza, sia per morfologia e colore.
Per raggiungerlo si attraversa un sentiero attraverso la boscaglia in salita per una quindicina di minuti.
Visto il periodo ho avuto la fortuna di vedere alcune fioriture spontanee, come queste viole,
e questi bellissimi e numerosi anemoni trifolia (o almeno credo, si tratti di loro).
Arrivati in prossimità della roccia, la visuale si apre ed il grazioso Oratorio della Madonna del Caravaggio ci dà il benvenuto.
Qui si può fare una piacevole sosta e, per chi si fosse organizzato, è presente una comoda area picnic.
Ora inizia la parte un pò più complicata… la "strada" per salire in cima alla Parcellara, non è delle più semplici, ma almeno è ben indicata.
Il cane pensavo non sarebbe riuscito ad effettuarla, ma con gran stupore si è arrampicato senza difficoltà saltando di roccia in roccia.
Stretti passaggi e "gradini" naturali posizionati dove Madre Natura ed il caso hanno voluto, ci conducono alla sommità, dove una curiosa capra assiste al nostro arrivo.
Qui la vista è spettacolare e a 360°, e si può già intravvedere in lontananza la seconda meta: la Pietra Perduca.
La discesa sembra meno complicata e ripercorrendo la stessa strada, si arriva ad un bivio, dal quale si imbocca una stradina sterrata che dolcemente conduce alla Perduca. Questo luogo molto particolare, si stacca dal paesaggio come la Parcellara, per forma e colore, ma i suoi contorni sono molto più dolci e smussati.
Anche qui vi è una piccola chiesetta, stavolta dedicata a Sant'Anna, che pare essere stata costruita su di un antico tempio, nel quale si svolgeva il culto della dea Minerva.
Qui i celti celebravano sin dal IV° secolo a.C. matrimoni e benedizioni nelle acque curative contenute in vasche scavate nella nera roccia, e che anche ora viene ritenuta portentosa.
Di fronte alla chiesetta da una comoda fonte si può bere quest'acqua (cosa che sia io che il mostrino abbiamo fatto).
Le vasche sono ormai in disuso, ma sono state colonizzate da ben tre diverse specie di tritoni.
Anche qui ai piedi della roccia è possibile fare una sosta grazie a tavoli e panchine.
Stanchi ma appagati da tanta bellezza, ci incamminiamo verso macchina.
Ma non prima di avere fotografato il mostrino che domina su tutta la valle!
domenica 12 aprile 2015
Passeggiata misteriosa...
Oggi post veloce…
Il giardino, in tutta sincerità, non me lo sono filato molto in questo week-end, perché altri erano i progetti!
Io ed il mostrino siamo appena rientrati dopo una bellissima, ma stancante giornata.
La meta non la voglio ancora svelare perché preparerò un post come si deve spero entro fine settimana prossimo.
Vi dico solo che questa passeggiata è stata ricca di incontri e sorprese: fiori, animali, luoghi ricchi di storia e di mistero!
Vi ho incuriositi?
Per adesso vi saluto con alcune immagini scattate oggi.
Due piccoli indizi: il luogo si trova in Emilia Romagna e l'ultima foto ritrae il mostrino che ammira una delle due mete.
Buona settimana!
Il giardino, in tutta sincerità, non me lo sono filato molto in questo week-end, perché altri erano i progetti!
Io ed il mostrino siamo appena rientrati dopo una bellissima, ma stancante giornata.
La meta non la voglio ancora svelare perché preparerò un post come si deve spero entro fine settimana prossimo.
Vi dico solo che questa passeggiata è stata ricca di incontri e sorprese: fiori, animali, luoghi ricchi di storia e di mistero!
Vi ho incuriositi?
Per adesso vi saluto con alcune immagini scattate oggi.
Due piccoli indizi: il luogo si trova in Emilia Romagna e l'ultima foto ritrae il mostrino che ammira una delle due mete.
Buona settimana!
lunedì 6 aprile 2015
Sarracenia Eva - un mostro in giardino!
Oltre ad arbusti, perenni, bulbose, ecc. i 25 mq ospitano anche curiose piante dall'aspetto insolito…
Fino all'anno scorso 2 specie di piante carnivore dividevano lo stesso vaso: una Drosera, con le sue lunghe foglioline tentacolari ed appiccicose, ed una Sarracenia con i suoi tubi-trappola.
Entrambe mi sono morte improvvisamente in primavera, dopo un paio di anni in cui sono sopravvissute all'aperto, affrontando la calura estiva e i rigori invernali senza alcun problema.
In questa foto di un paio di anni fa scattata col cellulare, potete vedere il mostriciattolo che studia da vicino con curiosità (ma con un certo timore) la situazione.
Nonostante la doppia perdita, non ho saputo resistere a provare a reinserirne almeno una.
E come si fà? Sono bellissime!
Anche stavolta ho optato per una Sarracenia: nello specifico una Sarracenia "Eva".
Questa curiosa piantina dall'aspetto alieno, si è evoluta al punto di trovare nutrimento non solo dal terreno, ma dagli insetti.
Per catturarli, ha creato i "tubi" che la caratterizzano, noti anche col nome di ascidi, all'interno dei quali si trovano degli enzimi che le permettono di digerire le prede.
Per evitare che la pioggia (o comunque altri liquidi) entrino al loro interno, esiste sulla sommità una sorta di cappuccio chiamato opercolo, che ha pure la funzione di indirizzare le prede verso l'interno.
Per attirare i malcapitati insetti, produce una secrezione nettarina, che insieme ai vistosi colori, crea un "irresistibile" richiamo.
Per la loro cura, è importante seguire una serie di accorgimenti che non la rendono una pianta "facile", primo tra tutti il terreno, che deve essere composto da torba e sabbia in uguale misura.
Anche per quanto riguarda le annaffiature ha esigenze particolari: predilige l'acqua piovana!
Quindi è bene posizionarla all'aperto in modo che possa ricevere quanta più pioggia possibile, ma in alternativa la si può annaffiare con dell'acqua distillata.
Meno complicata in fatto di temperature, che possono oscillare dagli 0° ai 40°!
Per quanto riguarda l'esposizione invece, adora i luoghi estremamente soleggiati.
Speriamo sopravviva e mi liberi di quanti più insetti possibile!!!!
Sempre riguardo le piante carnivore vi lascio con questo bellissimo video postato dal National Geographic su Google+.
Fino all'anno scorso 2 specie di piante carnivore dividevano lo stesso vaso: una Drosera, con le sue lunghe foglioline tentacolari ed appiccicose, ed una Sarracenia con i suoi tubi-trappola.
Entrambe mi sono morte improvvisamente in primavera, dopo un paio di anni in cui sono sopravvissute all'aperto, affrontando la calura estiva e i rigori invernali senza alcun problema.
In questa foto di un paio di anni fa scattata col cellulare, potete vedere il mostriciattolo che studia da vicino con curiosità (ma con un certo timore) la situazione.
Nonostante la doppia perdita, non ho saputo resistere a provare a reinserirne almeno una.
E come si fà? Sono bellissime!
Anche stavolta ho optato per una Sarracenia: nello specifico una Sarracenia "Eva".
Questa curiosa piantina dall'aspetto alieno, si è evoluta al punto di trovare nutrimento non solo dal terreno, ma dagli insetti.
Per catturarli, ha creato i "tubi" che la caratterizzano, noti anche col nome di ascidi, all'interno dei quali si trovano degli enzimi che le permettono di digerire le prede.
Per evitare che la pioggia (o comunque altri liquidi) entrino al loro interno, esiste sulla sommità una sorta di cappuccio chiamato opercolo, che ha pure la funzione di indirizzare le prede verso l'interno.
Per attirare i malcapitati insetti, produce una secrezione nettarina, che insieme ai vistosi colori, crea un "irresistibile" richiamo.
Per la loro cura, è importante seguire una serie di accorgimenti che non la rendono una pianta "facile", primo tra tutti il terreno, che deve essere composto da torba e sabbia in uguale misura.
Anche per quanto riguarda le annaffiature ha esigenze particolari: predilige l'acqua piovana!
Quindi è bene posizionarla all'aperto in modo che possa ricevere quanta più pioggia possibile, ma in alternativa la si può annaffiare con dell'acqua distillata.
Meno complicata in fatto di temperature, che possono oscillare dagli 0° ai 40°!
Per quanto riguarda l'esposizione invece, adora i luoghi estremamente soleggiati.
Speriamo sopravviva e mi liberi di quanti più insetti possibile!!!!
Sempre riguardo le piante carnivore vi lascio con questo bellissimo video postato dal National Geographic su Google+.