domenica 30 agosto 2015

Tenerife: il Pino Gordo

Oggi vi porto a conoscere un gigante, un "monumento" che potete trovare solo a Tenerife, anche se in altri paesi Europei, ed anche in alcune regioni d'Italia, ne esistono di grandi esemplari.
Un monumento vivo e vegeto e non di pietra: il Pino Gordo ("grasso").
Per incontrarlo bisogna dirigersi verso l'interno dell'isola, nella località di Vilaflor, un villaggio che detiene il primato di comune più alto di Spagna, a circa 1.400 metri sul livello del mare, ma oltre a questo record, ha la fortuna di ospitare nel suo territorio il Pinus canariensis più grande di tutto l'arcipelago delle Canarie.
Lasciato il grazioso centro abitato di Vilaflor (ne parlerò in un altro post) si prende la strada che porta al Teide, e poco oltre lo si vede svettare sugli altri alberi.


Infatti vanta misure non indifferenti: è alto più di 45 mt e ha un diametro del tronco alla base di più di 9!
Ecco il cartello con le misure esatte:


Sembra che la sua età sia compresa tra i 900 ed i 1100 anni e spero sinceramente che riesca a viverne altrettanti.
Per quanto mi riguarda, non ho mai avuto il piacere di vedere una pianta di simili dimensioni e di questa età.
E devo dire che fa un certo effetto trovarsi così vicino a questo gigante buono.



Le foto come sempre non rendono bene, ma vi basti sapere che per abbracciarlo servirebbero all'incirca 8 persone!
Forse questa che mi ritrae a braccia aperte riesce a dare un'idea un poco più chiara.


Ma che tipo di pianta è il Pinus canariensis?
E' una conifera endemica (esclusiva di un determinato territorio), con una corteccia liscia negli esemplari giovani, che col passare del tempo si ispessisce e si riempie di crepe.




La caratteristica che contraddistingue questi alberi è la resistenza al fuoco: grazie all'enorme spessore della corteccia esterna, le parti vitali spesso sopravvivono isolate dal calore, permettendo alla pianta di rigenerarsi.
Ma il Pino Gordo in questa zona dell'isola è solo uno degli innumerevoli esemplari di questa specie, che formano una corona tutta intorno al vulcano Teide e sono compresi all'interno del Parco naturale della corona forestal.


Un polmone verde di più i 46.000 ettari, dove fare lunghissime e a volte ripidissime passeggiate immersi nella natura avvolti dall'intenso profumo emanato dai pini.

martedì 25 agosto 2015

Achinet, Nivaria, Isola dell'Inferno... Insomma: Tenerife!

Sveliamo il quesito!
La meta delle mie ferie estive di quest'anno sono state le Isole Canarie e nello specifico Tenerife (il titolo del post fa riferimento ai vari nomi dati all'isola nel corso dei secoli da diverse popolazioni).
Infatti, l'ultima foto dello scorso post (eccola qui)


che contiene i 2 "grossi" indizi, ritrae rispettivamente:


1 - la montagna più alta di Spagna, il Teide (3718 mt) che in realtà è un enorme vulcano e pure un Parco Nazionale, nonché patrimonio dell'umanità dal 28 Giugno 2007.

2 - l'Echium wildpretii subsp. wildpretii, pianta endemica di Tenerife con foglie lanceolate grigio-argento dal fusto legnoso alto all'incirca 2 metri, che, nella stagione della fioritura, sfoggia una sgargiante spiga piramidale formata da innumerevoli fiori rossi.
Bravo Pontos (blog-piante-perenni.blogspot.com) che l'ha individuata, almeno in parte, anche perché la spiga della foto era tutta rinsecchita e quindi non era facile!
Aggiungo una foto non mia tratta dal web, solo per mostrare l'inflorescenza:


Ma torniamo un'attimo a parlare di Tenerife.
Diversissima da Lanzarote (dove sono stato qualche hanno fa) racchiude in nel suo territorio ambienti climatici diversissimi tra loro: il Nord dell'isola è rigoglioso e ricco di specie vegetali, il Sud è praticamente desertico.
Girandola ci si rende conto di quanto cambino il paesaggio e la flora nel giro di pochi km, e di quanti siano i microclimi al suo interno: passando dal deserto, a giardini tropicali,


foreste di pini,


brulle e rocciose montagne,


ventose spiagge…
Insomma un'isola che racchiude al suo interno le zone climatiche di un continente intero!
Potete quindi immaginare la grande varietà della flora!
Ed a proposito di flora, vi presento le piantine che sono tornate in Italia con me.
Prima tra tutte l'Agave attenuata.


Appartenente alla famiglia delle Agavacee, è originaria del Messico, le sue foglie verdi-arrurrate sono prive di spine e formano una rosetta che può raggiungere considerevoli dimensioni.
Qui un esemplare fotografato sul luogo:


E' una pianta che amo particolarmente ed ho pure già provato a coltivare nei 25mq, ma con pessimi risultati… ma siccome non demordo: ci voglio riprovare!
Certo ora è minuscola e dovrò avere pazienza e prestarle molte cure. Vedremo!
L'altra piantina, della quale ho portato alcuni esemplari, fa parte del genere Aeonium, e credo si tratti dell'Aeonium urbicum.


Onnipresenti nel Sud dell'isola, crescono ovunque! E quando dico ovunque vuol dire: dappertutto, persino sui tetti tra le tegole!


Piante succulente originarie delle Canarie e dell'Africa, sono presenti anche nel Sud Italia. Pianta abbastanza rustica richiede un terreno drenante ed un'esposizione a pieno sole.


Sembra resisti molto bene anche alle basse temperature, con l'accorgimento di ripararla dal gelo.
Anche per loro vedremo come andrà a finire…
Dei semi parlerò in altre occasioni: prima devo vedere se qualcosa riuscirà a germogliare! ;-)

domenica 23 agosto 2015

Souvenir vegetale da... ?

Ma vi pare che uno sta via dieci giorni, e torna con un volo aereo con 5 piantine, 6 buste di semi e 4 pacchetti contenenti semi (questi liberamente raccolti) con tanto di impacchettamento degno di un pusher!







Devo ammettere che nel tempo ho affinato le mie tecniche: le piante, che al momento erano prive di terra e vaso, sono state inserite rispettivamente 2 all'interno delle scarpe da trekking, una in un contenitore di plastica e 2 in una scatola da biscotti.
E sono pure arrivate sane e salve!
Già, ma dove sarò stato mai?
Vediamo se dalle piantine e soprattutto da questa foto qualcuno di voi lo indovina!


Io penso proprio di si… anche perché in questa foto sono presenti 2 "grossissimi" indizi che faciliteranno la risposta!
In caso contrario lo svelerò nel prossimo post.
PS: i 25mq durante la mia assenza sono stati benissimo, grazie al mio nipotino, che si è preso la briga di prendersene cura.
Evidentemente ha più pollice verde di me!

venerdì 14 agosto 2015

Die hard: l'Echinopsis Subdenudata

La situazione nei 25mq nelle ultime settimane non ha subito grossi cambiamenti: tutto è fermo come congelato, anche se le temperature dicono tutt'altro.
Niente fiori (tranne la produttiva Canna indica e le Belle di notte).
Di verde invece ce ne è nonostante tutto.
Ma per fortuna ci pensa l'Echinopsis Subdenudata a mostrarne qualcuno!
Sembra infatti abbia aspettato questo periodo di carenze per decidere di stendere i suoi delicati petali, che sono molto belli, ma pure effimeri: durano un solo giorno! Anzi per essere precisi una sola notte.
Da giorni aspettavo questo momento, un pò con curiosità visto che nonostante abbia questa Echinopsis da diversi anni, non l'ho mai vista in fiore, e poi perché vista la mia imminente partenza rischiavo pure di perdermela!
Invece eccola qui:





Con le piante grasse non ho un ottimo rapporto, o meglio: o il nostro "rapporto" funziona sin da subito e mi durano anni, oppure le perdo inesorabilmente dopo poche settimane.
Con l'Echinopsis diciamo che è andata bene, alla fine con alti e bassi, conviviamo da quattro anni.
Ma con questa fioritura mi ha decisamente stupito!
Fino a qualche settimana fa credevo fosse giunto il momento di dirci addio per una serie di motivi.
1- Tenuta in casa durante la brutta stagione, mi ero quasi scordato di lei, tranne che per qualche annaffiatura sporadica, poi la scoperta: era praticamente ricoperta di muffe!
Dandola ormai per spacciata, ho tentato in extremis un salvataggio. Con l'aiuto di un vecchio spazzolino da denti ho rimosso lo strato di muffe che la ricopriva e l'ho messa all'esterno sperando in un miracolo.
Ma già la poverina era rovinata...
2- All'aperto ha reagito bene nelle settimane successive, ma l'esposizione ai raggi solari l'ha praticamente bruciata in più punti!!!
Sono davvero un disastro! :-)
Poi diciamo che la situazione si è stabilizzata, tanto da stupirmi con qualche insperato e strano bocciolo.


Poi, malconcia e bruciata, mi fiorisce come se fosse in ottima salute!



Adesso non so più cosa aspettarmi…
Quale sarà la sua prossima mossa?
Magari mi esploderà tra le mani! ;-)

domenica 9 agosto 2015

Presentazione al tempio di Ambrogio da Fossano (il Bergognone)

"Presentazione al tempio" è la terza tela presente all'interno del Tempio civico dell'Incoronata di Lodi che oggi vi faccio conoscere.


Dipinta anch'essa da Ambrogio da Fossano detto il Bergognone (come le due precedenti: Adorazione dei Magi e Annunciazione), nel 1510 circa, raffigura un episodio dell'infanzia di Gesù e precisamente una cerimonia: la Presentazione al Tempio, appunto.
Dopo 40 giorni dalla nascita Giuseppe e Maria portarono il loro primogenito al Tempio di Gerusalemme per "offrirlo" a Dio.
La particolarità di questo dipinto sta nel fatto che il Bergognone, ha ambientato la scena proprio all'interno del Tempio civico del'Incoronata che lo ospita, offrendo così a chi la ammira uno scorcio di come doveva apparire l'edificio nel 1500.
Le differenze non sono molte, ma qualcosa nel corso dei secoli è cambiato.
Innanzitutto le iscrizioni latine dorate a fondo blu nella cornice che correva lungo tutto il perimetro,

 
delle quali oggi rimane soltanto quella nei pressi dell'altare maggiore,


mentre per il resto è stata sostituita da un'ornamentazione fatta di putti e fiori.



Un'altra differenza la si può notare nella pavimentazione.
Questa è quella del Bergognone:


E questa quella che è presente oggi nell'edificio:


In effetti quella attuale è stata eseguita tra il 1540 ed il 1543, quindi o prima ne esisteva un'altra, oppure il nostro Bergognone se l'è inventata di sana pianta!
Dopo questo giochino del "trova le differenze", vediamo i personaggi.


Ovviamente Gesù, tenuto in braccio da Maria che lo porge all'anziano Simeone che con grande tenerezza è pronto ad accoglierlo tra le sue braccia.
La ricchezza delle sue vesti conferma la solennità dell'evento.
Alla destra di Simeone troviamo la profetessa Anna, che eleva preghiere e ringraziamenti a Dio.


Alle spalle di Maria due donne prive di aureola e San Giuseppe che porta come offerta al Tempio due colombe poste all'interno di un piccolo cestino di vimini.
Alla quarta ed ultima tela del Bergognone!

giovedì 6 agosto 2015

Giordania: Amman, mar Morto e mar Rosso

Finalmente sono arrivate anche per me le tanto attese ferie estive!
Ma alla mia partenza manca ancora qualche giorno… e mi sono reso conto di non avere mai terminato il mio ciclo di post relativo alle ferie dello scorso anno in Giordania, e visto che tra qualche settimana avrò altro da raccontare e mostrare, approfitto delle calde ore pomeridiane di questa giornata a dir poco rovente, per concluderlo con l'ultimo post.
Oltre ad essere ricca di bellezze naturalistiche (Wadi Rum), archeologiche (Petra e Jerash), religiose (Monte Nebo), la Giordania, ha anche altri luoghi da mostrare.
Amman, la sua capitale, è una delle più strane città che abbia mai visto!



Con circa tre milioni di abitanti, è la più popolosa del Paese e si estende su di una serie di colli (un pò come Roma) per l'esattezza 19, che in molti casi danno il nome al distretto corrispondente.
Questa conformazione la rende caotica e piena di ingorghi e poco pratica da girare… Non per vantarmi, ma in molti casi durante in miei viaggi, mi affido al mio spiccato senso dell'orientamento, e riesco a raccapezzarmi in città anche più grandi. Ma qui tutto ciò è impossibile!
Pur avendo antiche origini, non offre al suo visitatore grandi attrattive, se si escludono il teatro romano e poche altre rovine, ciò è dovuto al fatto che durante la sua esistenza è stata più volte distrutta da terremoti ed abbandonata dai suoi abitanti.



Fino al 1948, anno in cui un'ondata di rifugiati palestinesi ne aumentò considerevolmente la popolazione, non era che un piccolo villaggio.
Oggi è una grande città abitata da popoli diversi e con credo diversi, e che dal 2000 si sta modernizzando parecchio (lo dimostrano i tanti cantieri che si intravvedono).


Ma usciamo da Amman ed andiamo al mare… Già ma quale?
Qui abbiamo due scelte!
Partiamo dal mar Morto, che più che un vero e proprio mare è più simile ad un lago e si trova in una depressione a 415 metri sotto il livello del mare.
Ma a differenza di un lago, le sue acque sono notevolmente salate!
A tal punto da non consentire al suo interno alcuna forma di vita: se si escludono alcuni tipi di batteri; ed è per questo che gli è stato attribuito questo nome.


Raggiungerlo se non si è auto muniti o non si partecipa ad un viaggio organizzato, non è facilissimo.
Per arrivarci bisogna prendere il "minibus", una sorta di piccolo autobus che non ha orari e parte solo quando è sufficientemente pieno.


Ad un certo punto del tragitto si viene lasciati nel bel mezzo del nulla, dove un orda di pseudo tassisti, cerca in ogni modo di spillarvi quanti più quattrini possibile per fare l'ultima manciata di chilometri che vi separano dalla meta.
Ma vi posso garantire che basta poco per "farvi venire il callo" e capire quando vi stanno fregando!
E così dopo aver dimezzato più e più volte il prezzo, si arriva (con in sottofondo il borbottio dell'autista esoso che si lamenta perché non vi siete fatti fregare) ad un accordo e quindi lungo le rive.
Qui si ha la scelta di frequentare zone libere oppure pagare per una attrezzata.
Io consiglio vivamente quella attrezzata: avrete così la possibilità di liberarvi con una doccia dei chili di sale che vi si depositeranno addosso.
Il luogo è surreale: l'acqua praticamente immobile lascia intravvedere i depositi di sale sul fondo ed il silenzio regna sovrano.





Ma la cosa più strana è sicuramente immergersi!
La prima cosa a sorprendere è la consistenza oleosa dell'acqua!
Ma potrebbe essere la seconda: se per caso avete un taglio oppure vi siete fatti la barba da poco… sentirete tanto dolore da non rendervi conto di null'altro! ;-)
Affogare è praticamente impossibile, non si riesce assolutamente a causa della densità dell'acqua che vi farà sentire leggeri come non vi è mai capitato.
L'altro mare è un pò più distante e più convenzionale: il mar Rosso.
Le coste giordane, non hanno nulla da invidiare a le ben più note egiziane, tranne per il fatto che lo sbocco è di poche decine di chilometri.
Ma le acque turchesi ed una ricca barriera corallina e la minor popolarità le fanno apprezzare di più.
Raggiungerle è più semplice grazie ad una serie di collegamenti da Amman.
Aqaba, città costiera di circa centomila abitanti, è un ottimo punto di partenza per raggiungere le belle spiagge a sud della città.
Di antichissime origini, conserva i resti del porto romano di Ayla ed un castello del XVI secolo, ma per il resto si tratta di grandi alberghi che negli ultimi anni la stanno colonizzando.
Piccola curiosità: nei pressi del castello si trova la più grande bandiera della Giordania (e se non erro una delle più grandi al mondo) anche se la foto non rende molto le dimensioni effettive.


Scendere dal bus con l'aria condizionata a palla più o meno all'una del pomeriggio con 46° è stato memorabile…
Ma siamo qui per il mare giusto?
Come per il mar Morto anche qui si ha la possibilità di scegliere tra spiagge pubbliche o private, ma stavolta opto per quella pubblica!



Nulla di cui lamentarmi, lo rifarei di nuovo, ma se tenessero un poco più pulito sarebbe il massimo!
Il mare è stupendo, poca gente, la barriera corallina a pochi metri dalla riva…
Sicuramente se non mi lasciavo prendere dal braccino corto, la spiaggia sarebbe stata linda! Ma va bene così!
Con questa foto (che non avrei potuto fare se fossi andato in un'altra spiaggia) concludo l'ultimo post sull'amata Giordania.


Quale sarà la prossima meta?
Lo scoprirete, magari posterò qualche indizio. :-)