Della "morta" di Cavenago d'Adda, vi avevo già parlato in questo post.
In quel caso era estate e il clima ed il paesaggio erano diversi da ora.
Uno degli scorsi fine settimana ho pensato di ritornarci in compagnia del piccolo mostriciattolo, visto le belle giornate e le temperature ancora miti di quest'autunno anomalo, per vedere come fosse in questa stagione.
E per fortuna mi è venuto in mente di farlo!
Il posto, praticamente deserto o quasi, ha un'aspetto molto diverso da allora: il verde lascia spazio a sfumature dorate o rossastre tipicamente autunnali, la fauna allora vistosamente varia, si è ridotta a poche varietà di volatili. Questo è dovuto al fatto che molte delle specie che la "morta" ospita, sono degli uccelli migratori che con l'approssimarsi dell'inverno migrano verso luoghi più caldi.
Ma gli spunti per fare delle foto ci sono, eccome!
La luce è molto bella ed accentua i colori caldi delle piante, creando contrasti cromatici con l'azzurro del limpido cielo di questa giornata che si riflette nelle acque immobili.
Poi dopo una visione d'insieme mi soffermo su piccoli particolari: come questo minuscolo fungo che cresce sul tronco tagliato di un'albero,
oppure questo di dimensioni maggiori che cresce vicino alle radici.
Anche le bacche non mancano. Quelle del Viburno rosso sono uno spettacolo!
Persino dei semplici tronchi in fila di alberi diversi hanno un loro perché.
E una foto al mostro non la vogliamo fare?
Ora mi mancano solo l'inverno e la primavera per vedere la "morta" in tutte le stagioni…
domenica 15 novembre 2015
domenica 8 novembre 2015
Tenerife - La Orotava (seconda parte)
Come dicevo la volta scorsa, arrivato a La Orotava, ho scoperto, con dispiacere, che il Giardino botanico era chiuso.
Dopo aver sbirciato attraverso le inferriate e scattato qualche foto (sempre dalle inferriate), stavo dirigendomi altrove, quando, dall'altro lato della strada, noto un cancello ed una targa che attirano la mia attenzione.
Il Jardin Victoria.
Beh, almeno questo è aperto!
Ma da qui non si vede nulla, si tratta di un'entrata laterale e secondaria, quindi mi incammino lungo il sentiero ghiaioso che dopo pochi metri mi conduce a questo:
non so dire se mi piace fino in fondo o meno.
Preferisco di gran lunga giardini più naturali e meno ordinati, ma questo ha un suo perché.
Terrazzato su sette livelli, geometrico e pulito a livelli quasi maniacali, lo trovo anche abbastanza kitsch… ma in modo positivo! Quindi direi che pur essendo anni luce distante dalla mia idea di giardino, in fondo non mi spiace affatto.
Chissà che storia ha, al momento non ho informazioni in merito…
Ma adesso si!
Ho scoperto che questo posto inizialmente si chiamava Jardines del Marquesado de la Quinta Roja, in memoria di Diego Ponte del Castillo 8° marchese della Quinta Roja appunto.
Morto nel 1880 a 39 anni, venne qui seppellito all'interno del giardino, adiacente alla dimora di famiglia, dopo che la chiesa cattolica negò la sua sepoltura nel cimitero, in quanto si presumeva fosse massone.
A dominare sulla terrazza più alta il suo mausoleo, fatto costruire dalla madre dall'architetto francese Adolphe Coquet, che pare dia conferma dell'appartenenza del figlio alla massoneria, in quanto ricco di simboli misteriosi.
All'inizio del XX° il palazzo di famiglia ed il giardino diventano un hotel, cambiando il nome (che portano tuttora) in onore della visita della Regina Vittoria.
Ma torniamo al giardino.
Qui vegetano fiori più conosciuti e famigliari come le Rose,
le Ortensie (qui in compagnia dei gerani),
un tocco di esoticità è data da diversi e variamente colorati Ibiscus,
da piante tipicamente tropicali come questa Monstera,
e da altre sconosciute.
Incontro di nuovo l'Osteospermum già conosciuto al Parque Taoro, ed anche qui cerco i semi, che chirurgicamente prelievo. ;-)
Anche queste piante "cascanti" mi piacciono molto e alleggeriscono un poco la rigidità e la geometria d questo luogo.
Lascio La Orotava, ma ho ancora altre piacevoli sorprese da Tenerife!
Dopo aver sbirciato attraverso le inferriate e scattato qualche foto (sempre dalle inferriate), stavo dirigendomi altrove, quando, dall'altro lato della strada, noto un cancello ed una targa che attirano la mia attenzione.
Il Jardin Victoria.
Beh, almeno questo è aperto!
Ma da qui non si vede nulla, si tratta di un'entrata laterale e secondaria, quindi mi incammino lungo il sentiero ghiaioso che dopo pochi metri mi conduce a questo:
non so dire se mi piace fino in fondo o meno.
Preferisco di gran lunga giardini più naturali e meno ordinati, ma questo ha un suo perché.
Terrazzato su sette livelli, geometrico e pulito a livelli quasi maniacali, lo trovo anche abbastanza kitsch… ma in modo positivo! Quindi direi che pur essendo anni luce distante dalla mia idea di giardino, in fondo non mi spiace affatto.
Chissà che storia ha, al momento non ho informazioni in merito…
Ma adesso si!
Ho scoperto che questo posto inizialmente si chiamava Jardines del Marquesado de la Quinta Roja, in memoria di Diego Ponte del Castillo 8° marchese della Quinta Roja appunto.
Morto nel 1880 a 39 anni, venne qui seppellito all'interno del giardino, adiacente alla dimora di famiglia, dopo che la chiesa cattolica negò la sua sepoltura nel cimitero, in quanto si presumeva fosse massone.
A dominare sulla terrazza più alta il suo mausoleo, fatto costruire dalla madre dall'architetto francese Adolphe Coquet, che pare dia conferma dell'appartenenza del figlio alla massoneria, in quanto ricco di simboli misteriosi.
All'inizio del XX° il palazzo di famiglia ed il giardino diventano un hotel, cambiando il nome (che portano tuttora) in onore della visita della Regina Vittoria.
Ma torniamo al giardino.
Qui vegetano fiori più conosciuti e famigliari come le Rose,
le Ortensie (qui in compagnia dei gerani),
un tocco di esoticità è data da diversi e variamente colorati Ibiscus,
da piante tipicamente tropicali come questa Monstera,
e da altre sconosciute.
Incontro di nuovo l'Osteospermum già conosciuto al Parque Taoro, ed anche qui cerco i semi, che chirurgicamente prelievo. ;-)
Anche queste piante "cascanti" mi piacciono molto e alleggeriscono un poco la rigidità e la geometria d questo luogo.
Lascio La Orotava, ma ho ancora altre piacevoli sorprese da Tenerife!