Salutata la famiglia che nei giorni scorsi mi ha ospitato calorosamente a Dambulla, e fatte le ultime coccole al pigro gatto Minzy, è giunta l'ora di prendere un'altro bus.
Non che mi mancasse… ma stavolta, dopo tanta storia, arte e cultura, è giunto finalmente il momento di passare qualche giorno in totale relax, quindi ci risalgo più che volentieri.
La scelta, tra le tante bellissime spiagge di questo Paese, è finita su Uppuveli.
Situata a pochi km dalla città di Trincomalee sulla costa nord-est, è giustamente considerata una delle più belle spiagge dello Sri Lanka.
Come ho già accennato nel primo post queste zone sono state letteralmente tartassate prima dalla guerra per un lungo periodo e poi dallo tsunami nel 2004. Nonostante tutto, questi terribili e tristi episodi, sembrano ormai solo un lontano ricordo, ma il pensiero a questi fatti viene comunque spontaneo.
Ma tornando a cose meno tristi…
Appena arrivato tempo di depositare il pesante zaino e mi precipito in spiaggia. Il tempo è incerto e decido di passare un pò di tempo in un grazioso locale sulla spiaggia pieno di turisti da ogni parte del mondo.
Dal soppalco, sostenuto da alcune palme, osservo la spiaggia bevendo un ottimo frullato, dopo le solite infinite ore passate sul bus, mi rilasso un pò.
Ma poi… ecco: piove! La spiaggia per oggi è off limits!
Visto che è praticamente sera, non rimane che tornare in stanza a fare una doccia e andare a cena.
Anche se Uppuveli è una meta gettonata dai turisti, fortunatamente è ancora poco sviluppata, ma trovare del cibo è veramente facile!
Mi reco in un posto molto rustico dove per pochi spicci, si gusta un ottimo riso al curry con diverse pietanze di accompagnamento, il tutto a buffet.
Da bravo italiano, torno al locale sulla spiaggia per bermi, dopo giorni, un espresso (tra l'altro molto buono).
Il giorno dopo, finalmente mi incammino sulla spiaggia, è davvero molto bella: palme, sabbia chiara e fine, barche sulla battigia, insomma un angolo paradiso!
Alcuin pescatori aggiustano le loro reti.
Mi sistemo all'ombra di una pianta dalle bellissime foglie a cuore.
Le persone più vicine sono ad almeno un centinaio di metri.
Scorgo per pochi attimi un coloratissimo martin pescatore, giusto il tempo di una foto e già non c'è più.
Poi si avvicina scodinzolante lui:
Qui apro una piccola parentesi. Fino ad ora ho parlato e mostrato parecchi animali, ma una delle presenze più numerose è quella dei cani randagi. Sono davvero ovunque: in città, lungo le strade, in spiaggia, nei siti archeologici, ecc.
Come potete immaginare le loro condizioni sono spesso disastrose. Alcuni visibilmente malati, altri privi di arti…
Qui sembrano stare meglio che da altre parti, ma con più di 30°, sicuramente sarà assetato.
Gli verso un pò d'acqua in una ciotola che prosciuga velocemente. Si fa fare qualche carezza e poi si allontana.
La giornata scorre tranquillamente tra un bagno e un sonnellino. Verso sera ritorno, sempre sulla spiaggia, verso l'albergo, quando noto una piccola folla.
Avvicinandomi mi rendo conto che si tratta dei pescatori incontrati alla mattina, di ritorno da una giornata di lavoro.
Eccoli mentre smistano il pesce in alcune ceste.
Ovviamente non possono mancare alcuni animali, come gli opportunisti corvi che saltellano ovunque alla ricerca di qualcosa da ingurgitare.
Anche i cani non mancano…
Poi la gente si disperde, e corvi e cani pure.
I pescatori mettono in secca l'imbarcazione.
Tornato in hotel, rifaccio più o meno le stesse cose della sera precedente.
Se la spiaggia di Uppuveli è bella, quella di Nilaveli (pochi km più a nord) è stupenda! Così tante persone mi hanno detto, e anche le guide turistiche riportano questa cosa.
Il giorno successivo quindi ci vado, il tempo non è il massimo, ma non mi faccio scoraggiare.
Con il solito tuk tuk, in pochi minuti arrivo a Nilaveli, dove vengo lasciato in un tratto di spiaggia sovraffollato all'inverosimile.
Qui un bagnino su di una torretta, veglia sui bagnanti locali.
Io ovviamente mi rifiuto di stare qui: se volevo fare il bagno con migliaia di persone, non facevo un viaggio simile!
Inizio ad incamminarmi, il tempo regge ma il cielo è grigio ed il mare mosso. La ressa di bagnanti urlante, si allontana passo dopo passo. Ora si inizia a ragionare. Osservo meglio questa lunghissima spiaggia, palme, sabbia bianca, mare e nient'altro. Peccato per il tempo, in una giornata di sole sarebbe stato tutto diverso, ma se devo essere sincero, sono un pò deluso, e, tirando le somme, preferisco di gran lunga Uppuveli!
Comunque ormai sono qui, cerco un angolino in cui sistemarmi e… appaiono delle mucche!
Che situazione assurda. Mai viste in vita mia della mucche in spiaggia. Oltretutto che si atteggiano da modelle.
Dopo questo diversivo, mi sdraio, ma la giornata è davvero brutta! Arriva l'ennesimo cane. Come al solito gli dò da bere. Più spavaldo di altri si avvicina, gioca e si fa fare le coccole, poi si siede al mio fianco con lo sguardo rivolto all'oceano.
Dopo un pò mi incammino, domani, purtroppo, devo salutare questo fantastico posto, il viaggio prosegue…
domenica 30 ottobre 2016
sabato 22 ottobre 2016
Sri Lanka - quarta tappa: Polonnaruwa
Anche oggi levataccia.
Non che sia un problema, come ho già detto, la vita notturna in Sri Lanka è praticamente inesistente, quindi si va a letto presto (sfiniti) e ci si rialza altrettanto presto.
Dopo un'altra abbondante colazione e le coccole al gatto Minzy, ormai divenute di routine quotidiana da quando soggiorno a Dambulla, il ragazzo della guest house chiede se possiamo partire.
Anche oggi lo spostamento verrà fatto con il tuk-tuk, ma stavolta l'autista sarà appunto il "molto premuroso" figlio della proprietaria.
Si parte, la distanza da percorrere per raggiungere Polonnaruwa, è maggiore rispetto a Sigiriya, infatti i km sono quasi 60, ma grazie alla calda giornata, "sfrecciare" sul tuk-tuk aperto sui 2 lati è un piacere.
Arrivati a Giritale si fa una breve sosta lungo le sponde del lago, dove si erge maestosa una bellissima statua del Buddha.
Poco più avanti ci fermiamo nei pressi di un piccolo fiumiciattolo, dove un ragazzo sfama dei grossi varani.
Ingenuamente ho pensato lo facesse per una qualche ragione e noncurante ho scattato pure qualche foto.
Poi sento che si lamenta con il ragazzo che ci ha portato lì e capisco che si aspettava dei soldi.
Non per taccagneria, ma non gli lascio nulla! Per prima cosa non ho chiesto io di fermarmi lì, ma è stata una decisione del mio autista, poi, ad essere sincero, sono contrario all'utilizzo degli ignari animali che vengono sfruttati per fare soldi.
Chiusa questa triste parentesi percorriamo i pochi km rimasti per arrivare a Polonnaruwa.
In comune con gli altri luoghi che ho visitato da quando sono arrivato qui ha molto: anch'essa è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO ed è stata Capitale (precisamente dal 1070 fino al 1284).
Ma a differenza di Sigirya, che, pur essendo stupenda e "di impatto", non ha molti edifici da vedere, Polonnaruwa è uno dei siti archeologici meglio conservati di tutto lo Sri Lanka. E di rovine ne ha davvero molte!
Oltretutto è davvero molto estesa, tanto che per girarla è necessario l'utilizzo di un'auto o di un tuk-tuk. In alternativa è possibile visitare l'antica città in bicicletta, noleggiandola, ma ci vorrebbero comunque almeno un paio di giorni per vederla bene ed oltretutto oggi il sole e la temperatura sono davvero molto forti...
Non sto ovviamente ad elencare i numerosi templi visitati: mi ci vorrebbero molti post!
Quindi mi limito ad una carrellata di immagini del sito.
Anche qui ovviamente faccio i miei soliti incontri con le simpatiche scimmiette.
Alcune posano con le guardie del sito.
Questo cucciolo in particolare è stato molto tempo a farsi fotografare incuriosito.
Anche qualche fiore non può mancare: come quelli della Plumeria,
ed altri lasciati in offerta.
Poi incontro loro: sempre scimmie, ma diverse dalle solite.
Il musetto è nero, un ciuffo di peli ritti sopra gli occhi fa sembrare che portino un berretto in testa e sono leggermente più grandi. E dalla postura, sembrano pure quasi umane…
Poi arrivo alle tre statue che sono un pò il simbolo di Polonnaruwa, 3 enormi Buddha che formano un maestoso trittico tutto scavato in un unico monolite di roccia.
Rappresentano appunto Buddha in tre classiche posizioni: seduto in meditazione, in piedi e sdraiato mentre morente raggiunge il Nirvana.
Quest'ultima è davvero mastodontica: ben 13 metri di lunghezza!
Un ultima tappa ad un dei templi più belli del sito,
per poi prendere la strada del ritorno verso Dambulla.
Strada facendo l'autista propone un'altra sosta.
Dopo l'esperienza del varano della mattina non so cosa aspettarmi.
Ma mi fido e faccio bene!
Lasciamo il tuk-tuk a bordo della strada e ci incamminiamo nella fitta vegetazione.
Poi quest'ultima si dirada, gli spazi si fanno ampli ed aperti.
Una recinzione elettrificata ostruisce il passaggio: siamo ai limiti di uno dei tanti e bellissimi parchi naturali dello Sri Lanka.
Dice di fare silenzio. Poi indica in lontananza. Un grande elefante pascola tranquillamente. E' lontano ma l'emozione di vederne uno finalmente libero è tanta.
PS: chissà se Lolle nel suo commento allo scorso post si riferiva ai 3 Buddha di Polonnaruwa...
venerdì 7 ottobre 2016
Sri Lanka - terza tappa: Sigiriya
Dambulla non offre molto per la vita notturna ed ad essere sincero con le lunghe camminate quotidiane, la sera, dopo cena, l'unico desiderio è quello di andare a dormire.
Dopo una notte caldissima, mi sveglio presto.
Viene servita una colazione super abbondante, che mi fornisce le energie necessarie ad affrontare la (prevedibile) dura giornata.
Stavolta non prendo nessun bus locale, la meta di oggi dista solo una quindicina di chilometri da Dambulla ed il "tuk-tukkaro" che ieri mi ha portato alla Guest house, si è furbescamente proposto per portarmi a destinazione col suo mezzo.
Decido di aspettarlo sotto la veranda dove vengono servite le cene e le colazioni. Come al solito il pigrissimo gatto Minzy è accasciato sulla sua poltrona preferita.
Fà solo il piccolissimo sforzo di alzare la testa ed aprire per un attimo gli occhi, per poi ripiombare nel suo solito oblio.
I casi sono due: o è veramente un grande pigrone, oppure di notte ne combina di tutti i colori!
Poi ecco che, con pochi minuti di ritardo, arriva il mio autista, che si ferma davanti al cancello.
Si parte. Attraverso Dambulla per la prima volta.
A differenza di Kandy, non è una vera e propria città: si sviluppa quasi interamente sulla strada principale che collega il centro al Nord dell'isola, mentre il resto delle case è sparpagliato nella fitta vegetazione.
In mezzora circa arrivo a Sigiriya, una delle mete clou di questo viaggio.
Si tratta di un sito archeologico che contiene le rovine dell'antico palazzo del re Kasyapa (477 - 495 d.C.) e, come il Tempio del Sacro dente di Kandy ed il Tempio d'oro di Dambulla, è Patrimonio dell'umanità.
L'ingresso al sito non è per nulla economico, ma qui in Sri Lanka sono tutti decisamente costosi, almeno per i turisti, ma sono soldi ben spesi, e poi, tutto sommato, si risparmia su tutte le altre cose, come il cibo, gli spostamenti col bus (con l'equivalente di 1 euro si fanno 100 Km!!!) ecc.
Appena entrato vedo una serie di laghetti con ninfee e fiori di loto.
Dopo averli osservati torno alla mia visita, iniziando dal museo che introduce con un video alla storia di Sigirya che si fonde con le leggende sulla sua costruzione.
Una di queste racconta che Kasyapa, murò il padre, il re Dhatusena, per usurparne il trono, che sarebbe spettato per diritto di successione al fratello Mugallan.
Quest'ultimo, fuggì in India, ma con l'intento di vendicare un giorno il padre e riprendersi il trono.
Kasyapa per questo motivo, fece costruire un palazzo inespugnabile sulla cima di Sigirya.
Una volta formato il suo esercito, Mugallan tornò in Sri Lanka e dichiarò guerra al fratello. Qui ci sono vari finali, ma che comunque portano alla tragica morte di Kasyapa. Uno di questi racconta che venne abbandonato dal proprio esercito e si suicidò. Il nuovo re spostò la capitale ad Anuradhapura e Sigiriya divenne un monastero.
Ma tornado alla visita. Dopo la veloce visita al museo, si attraversa un fossato e attraverso vasche e giardini si raggiunge la base del pendio.
Come al solito incontro numerosi animali.
Un cormorano appollaiato su di un ramo,
un varano 'al pascolo',
le immancabili ed adorate scimmiette,
e questo bellissimo rapace.
Si attraversa poi la parte inferiore del palazzo. Incontro questa singolare roccia che ricorda molto un cobra alzato in fase di attacco. Non a caso scopro infatti che si chiama la "Grotta del cobra".
Poco più avanti, tramite una scala a chiocciola, raggiungo un'altra grotta che contiene una serie di affreschi incredibilmente ben conservati che rappresentano delle stupende e sensuali figure femminili, forse principesse, forse danzatrici…
Non si possono fare foto e quindi devo trattenermi dall'uso della macchina fotografica e per mostrarle sul blog le devo necessariamente recuperare tramite internet.
Stupende!
Raggiungo ciò che rimane dell'antica porta di accesso al palazzo: 2 enormi zampe di leone.
Un tempo pare ci fosse anche il resto dell'animale in pietra, e che per raggiungere il palazzo, bisognava passare attraverso le sue enormi fauci!
Peccato non sia arrivato intatto sino ai giorni nostri, ma un'idea dell'imponenza riesco comunque a farmela. Impressionante!
Ma ora arriva la parte che più temo!
La salita delle scale per arrivare sulla sommità.
Non per l'altezza, non soffro di vertigini, e nemmeno per il leone. ;-)
Il fatto è che da quando mi sto documentando sullo Sri Lanka ed in particolar modo su Sigiriya, sono terrorizzato da questo:
o meglio, non dal cartello che avvisa solamente del pericolo,
ma dalla presenza di numerosi ed E-NOR-MI favi di altrettanto E-NOR-MI e pericolose vespe.
Ce ne sono parecchi, tutti intorno alla roccia e alcuni molto vicini alle scale. A luglio hanno attaccato i turisti mentre salivano, e ben 14 persone sono finite all'ospedale.
Ad accrescere il mio terrore è il fatto che l'ultima volta che mi ha punto in giardino una comunissima ape, mi si è gonfiata la mano a dismisura, nemmeno fossi l'omino della Michelin, figuriamoci cosa potrebbe succedermi dopo un attacco di centinaia di vespe!
Ma ormai ci siamo. Cerco di pensare ad altro e spero che oggi siano tranquille.
La salita si fa più lunga del dovuto, la scala è ostruita da numerose persone.
Io vorrei correre ad occhi chiusi ed essere già in cima, ma al momento posso solo aspettare che la gente che ho davanti si muova.
Con tanta pazienza alla fine ci arrivo e posso tirare un sospiro di sollievo.
Del palazzo resta davvero poco, solo alcune vasche e le fondamenta, che sono solo l'ombra di quello che deve essere stato un tempo questo luogo.
La vista si apre in ampie vedute nonostante oggi non sia una giornata particolarmente limpida. Da qui si vede la strada fatta per arrivare attraverso gli antichi giardini.
Dall'altro lato un panorama degno di Jurassic Park, con montagne, laghi e foreste incontaminate.
Visito le rovine dell'antico palazzo con molta comodità. Vorrei restare qui e non scendere più (soprattutto per non dover ri-affrontare le temute vespe) ma ho appuntamento ad una certa ora col "tuk-tukkaro" e se non voglio restare a piedi mi conviene muovermi...