Sri Lanka - terza tappa: Sigiriya



Dambulla non offre molto per la vita notturna ed ad essere sincero con le lunghe camminate quotidiane, la sera, dopo cena, l'unico desiderio è quello di andare a dormire.
Dopo una notte caldissima, mi sveglio presto.
Viene servita una colazione super abbondante, che mi fornisce le energie necessarie ad affrontare la (prevedibile) dura giornata.
Stavolta non prendo nessun bus locale, la meta di oggi dista solo una quindicina di chilometri da Dambulla ed il "tuk-tukkaro" che ieri mi ha portato alla Guest house, si è furbescamente proposto per portarmi a destinazione col suo mezzo.
Decido di aspettarlo sotto la veranda dove vengono servite le cene e le colazioni. Come al solito il pigrissimo gatto Minzy è accasciato sulla sua poltrona preferita.


Fà solo il piccolissimo sforzo di alzare la testa ed aprire per un attimo gli occhi, per poi ripiombare nel suo solito oblio.
I casi sono due: o è veramente un grande pigrone, oppure di notte ne combina di tutti i colori!
Poi ecco che, con pochi minuti di ritardo, arriva il mio autista, che si ferma davanti al cancello.
Si parte. Attraverso Dambulla per la prima volta.
A differenza di Kandy, non è una vera e propria città: si sviluppa quasi interamente sulla strada principale che collega il centro al Nord dell'isola, mentre il resto delle case è sparpagliato nella fitta vegetazione.
In mezzora circa arrivo a Sigiriya, una delle mete clou di questo viaggio.
Si tratta di un sito archeologico che contiene le rovine dell'antico palazzo del re Kasyapa (477 - 495 d.C.) e, come il Tempio del Sacro dente di Kandy ed il Tempio d'oro di Dambulla, è Patrimonio dell'umanità.
L'ingresso al sito non è per nulla economico, ma qui in Sri Lanka sono tutti decisamente costosi, almeno per i turisti, ma sono soldi ben spesi, e poi, tutto sommato, si risparmia su tutte le altre cose, come il cibo, gli spostamenti col bus (con l'equivalente di 1 euro si fanno 100 Km!!!) ecc.
Appena entrato vedo una serie di laghetti con ninfee e fiori di loto.



Dopo averli osservati torno alla mia visita, iniziando dal museo che introduce con un video alla storia di Sigirya che si fonde con le leggende sulla sua costruzione.


Una di queste racconta che Kasyapa, murò il padre, il re Dhatusena, per usurparne il trono, che sarebbe spettato per diritto di successione al fratello Mugallan.
Quest'ultimo, fuggì in India, ma con l'intento di vendicare un giorno il padre e riprendersi il trono.
Kasyapa per questo motivo, fece costruire un palazzo inespugnabile sulla cima di Sigirya.


Una volta formato il suo esercito, Mugallan tornò in Sri Lanka e dichiarò guerra al fratello. Qui ci sono vari finali, ma che comunque portano alla tragica morte di Kasyapa. Uno di questi racconta che venne abbandonato dal proprio esercito e si suicidò. Il nuovo re spostò la capitale ad Anuradhapura e Sigiriya divenne un monastero.
Ma tornado alla visita. Dopo la veloce visita al  museo, si attraversa un fossato e attraverso vasche e giardini si raggiunge la base del pendio.




Come al solito incontro numerosi animali.
Un cormorano appollaiato su di un ramo,


un varano 'al pascolo',


le immancabili ed adorate scimmiette,


e questo bellissimo rapace.


Si attraversa poi la parte inferiore del palazzo. Incontro questa singolare roccia che ricorda molto un cobra alzato in fase di attacco. Non a caso scopro infatti che si chiama la "Grotta del cobra".


Poco più avanti, tramite una scala a chiocciola, raggiungo un'altra grotta che contiene una serie di affreschi incredibilmente ben conservati che rappresentano delle stupende e sensuali figure femminili, forse principesse, forse danzatrici…
Non si possono fare foto e quindi devo trattenermi dall'uso della macchina fotografica e per mostrarle sul blog le devo necessariamente recuperare tramite internet.







Stupende!
Raggiungo ciò che rimane dell'antica porta di accesso al palazzo: 2 enormi zampe di leone.



Un tempo pare ci fosse anche il resto dell'animale in pietra, e che per raggiungere il palazzo, bisognava passare attraverso le sue enormi fauci!
Peccato non sia arrivato intatto sino ai giorni nostri, ma un'idea dell'imponenza riesco comunque a farmela. Impressionante!
Ma ora arriva la parte che più temo!
La salita delle scale per arrivare sulla sommità.


Non per l'altezza, non soffro di vertigini, e nemmeno per il leone. ;-)
Il fatto è che da quando mi sto documentando sullo Sri Lanka ed in particolar modo su Sigiriya, sono terrorizzato da questo:


o meglio, non dal cartello che avvisa solamente del pericolo,
ma dalla presenza di numerosi ed E-NOR-MI favi di altrettanto E-NOR-MI e pericolose vespe.


Ce ne sono parecchi, tutti intorno alla roccia e alcuni molto vicini alle scale. A luglio hanno attaccato i turisti mentre salivano, e ben 14 persone sono finite all'ospedale.


Ad accrescere il mio terrore è il fatto che l'ultima volta che mi ha punto in giardino una comunissima ape, mi si è gonfiata la mano a dismisura, nemmeno fossi l'omino della Michelin, figuriamoci cosa potrebbe succedermi dopo un attacco di centinaia di vespe!
Ma ormai ci siamo. Cerco di pensare ad altro e spero che oggi siano tranquille.
La salita si fa più lunga del dovuto, la scala è ostruita da numerose persone.
Io vorrei correre ad occhi chiusi ed essere già in cima, ma al momento posso solo aspettare che la gente che ho davanti si muova.
Con tanta pazienza alla fine ci arrivo e posso tirare un sospiro di sollievo.
Del palazzo resta davvero poco, solo alcune vasche e le fondamenta, che sono solo l'ombra di quello che deve essere stato un tempo questo luogo.



La vista si apre in ampie vedute nonostante oggi non sia una giornata particolarmente limpida. Da qui si vede la strada fatta per arrivare attraverso gli antichi giardini.


Dall'altro lato un panorama degno di Jurassic Park, con montagne, laghi e foreste incontaminate.


Visito le rovine dell'antico palazzo con molta comodità. Vorrei restare qui e non scendere più (soprattutto per non dover ri-affrontare le temute vespe) ma ho appuntamento ad una certa ora col "tuk-tukkaro" e se non voglio restare a piedi mi conviene muovermi...

4 commenti:

  1. Che spettacolo le danzatrici e non solo. ps ho paura dei varani e chissà, fossi stata lì forse mi avrebbero inseguita e fatto lo sgambetto :)

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  2. Ha ha ha! Sicuramente sarebbe andata così. Ciao Laura

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  3. Bellissimo... le "fanciulle di Sigiriya" sono una delle tappe del mio viaggio in Sri Lanka che ho preferito! Ricordo anche, con un certo terrore, la scala: io soffro di vertigini!! Ancora non mi capacito di essere salita fin lassù....
    Mi sono portata a casa una bella statuetta in legno, dipinta con colori naturali, che rappresenta una di queste danzatrici come ricordo di questo viaggio.
    Qual'è la prossima tappa? Ricordo di aver visto delle bellissime statue del Buddha scolpite nella roccia,dovevamo avvicinarci scalzi ma ricordo che la pietra era arroventata dal sole, chissà se sono le stesse statue di cui parli nel primo post.. Mi è venuta voglia di riguardare le vecchie fotografie, è una vita che non lo faccio!
    ...Aspetto il prossimo post:)
    Buon fine settimana

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    Risposte
    1. Anche a me sono piaciute davvero molto, come anche il resto del sito, che sebbene non abbia dei resti ben conservati, è davvero unico e suggestivo: arroccato sulla cima, inespugnabile e con l'accesso tramite il leone...
      Io non ho problemi con le vertigini, il mio erano le vespe!
      La prossima tappa arriverà a breve... chissà, magari ci hai azzeccato. Lo scoprirai presto. Buon weekend.
      Ciao

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